sabato 10 luglio 2010

Il mio nome è Sawyer... James Sawyer

Sull'isola di Lost c'e' un personaggio che sembrava già dal nome essere predestinato a finirci: James Sawyer. Capelli lunghi, biondi, che a volte coprono il suo sguardo tormentato. Dopo un'infanzia difficile, nella quale assiste impotente all'omicidio della madre per opera del padre, prima di suicidarsi, decide di dedicarsi all’attività di truffatore. Dopo aver scoperto il tradimento della madre, con un truffatore appunto, di nome Tom Sawyer, la sua vita prende una brutta piega. Cresciuto James, ad un tratto, si ritrova ad essere proprio come la persona che non avrebbe mai voluto essere. Nella sesta serie singolare è l’episodio che racconta di come sarebbe andata la sua vita se avesse scelto la strada opposta, ovvero quella da poliziotto. Dopo aver trovato l’uomo che gli aveva rovinato la vita, vola in Australia per ucciderlo, atto che compierà dopo molte incertezze, facendo di James un finto spavaldo, ma tendenzialmente insicuro. Ma non è l’unico gesto che testimonia ciò, infatti nella vita pre-isola, ha commesso diverse incertezze, come quando non porta a termine una truffa verso una famiglia, perché di quella famiglia faceva parte un bambino di dieci anni e temeva che rimanesse traumatizzato un po' come lui; oppure la mancata truffa alla sua ragazza che gli costa un periodo in galera. Sawyer sull'isola inizialmente non e' ben voluto, infatti compie atti di sciacallaggio, si impossessa di tutti gli oggetti appartenuti ai cadaveri del volo, e rifila soprannomi a chiunque incontri sull’isola. Questo astio nei confronti degli altri naufraghi è il tipico atteggiamento di una persona che ce l’ha con il mondo e si rinchiude dietro una forte corazza, ovvero l’arroganza. Il suo unico desiderio è lasciare quella maledetta isola ed inizialmente il suo obiettivo è farlo a qualunque costo senza l’aiuto di nessuno. Ma con il passare del tempo pian piano rivedrà il suo atteggiamento e si adatterà alla massima di Jack:” se non riusciamo a vivere insieme, moriremo soli”. Anche gli altri naufraghi troveranno difficoltà a coesistere con il carattere di Sawyer ma cominceranno ad abituarsi persino ai suoi soprannomi, in particolare il povero Harley, il più bersagliato di appellativi come Jabba o come Jumbo. Sull'isola Sawyer vive due importanti storie d'amore: la prima e' con Kate; la "sua" lentigini. Il loro amore e' cominciato con un bacio strappato con l'inganno. Amore che durerà fino al termine della quarta serie, quando Sawyer, per amore di Kate, mostrerà grande generosità decidendo di gettarsi in mare, dall'elicottero che li avrebbe portati alla vita normale. E’ in questo gesto che emergerà una parte di lui mai emersa fin ora, ovvero quello di mettere al primo posto l’amore che prova per Kate, pur consapevole che probabilmente la perderà per sempre, piuttosto che il suo desiderio di lasciare l’isola. Da quel suo tuffo comincia la storia d'amore con Juliet. Catapultati indietro nel tempo sviluppa un'intesa fuori dal comune con la dottoressa, ex membra de "gli altri" e sarà colpito da un tremendo dolore alla sua morte. Dolore che metterà in luce un carattere fragile, e lo sfogo in lacrime con Kate ne e' la prova. Vediamo ormai un Sawyer stanco di soffrire per amore e crede che la sua anima sia destinata a rimanere sola, mostrando una grande paura di ciò. Rapporto di amore e odio, invece, è quello che vive nei confronti di "Doc" Jack. Sono due leader indiscussi, non c’è dubbio. In Jack domina la ragione, essendo un uomo di scienza, come l’aveva definito Locke, mentre in James l'impulsività, per questo motivo son destinati a scontrarsi quasi sempre. Tuttavia dopo sei serie non si e' ancora capito se siano amici oppure no. Nonostante siano rivali per contendersi l'amore di Kate, a meta' Lost, Sawyer aveva definito Jack come "quello che si avvicina di più ad un amico", ma la morte di Juliet ne incrinerà pesantemente il rapporto. Malgrado tutte le incomprensioni, nell’epilogo troviamo un James grato nei confronti di Jack e lo ringrazia per tutto quello che ha compiuto nell’isola. Beh, penso di aver parlato abbastanza di Sawyer, meglio fermarsi qui, anche perché se chiedessi a lui sull’eventualità di dilungare questo discorso sono convinto che mi risponderebbe con la solita ironia:" bel piano! e poi canteremo Cumbaja e faremo esercizi di fiducia!".

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