Supponiamo che per la nostra nazione si aggirino i “nuovi” jj. Abrams, Kevin Williamson o Josh Schwartz, le loro idee verrebbero sicuramente limitate per paura che il pubblico italiano non capisca.
Intervistando diversi attori della televisione italiana, c’è una certa consapevolezza che rispetto al continente americano siamo indietro anni luce e i fattori sembrano essere molteplici. Oltre a quelli già citati prima, infatti, emergono anche la sproporzione dei budget e la mancanza di coraggio delle reti di diversificare i temi. Proprio di mancanza di coraggio ha parlato, al Roma Fiction Fest, Claudia Mori. La produttrice televisiva ha denunciato appunto questo aspetto e ha messo in risalto le difficoltà che si incontrano a far passare certi temi tra i canali generalisti, perché essi preferiscono mandare in onda serie “consolanti”. Insomma anche gli attori e i produttori nostrani si sentono un po’ come Stanis La Rochelle di Boris, ovvero prigionieri dell’essere troppo italiani. Boris, insieme a Non pensarci e a Romanzo criminale sembrerebbero le uniche serie innovative e originali, che non basano i loro successi su storie familiari o sul “dramma” che può essere dimenticarre di andare a prendere il proprio figlio a scuola. Non fraintendiamoci serie come Un medico in famiglia e I Cesaroni sono serie di successo e, soprattutto nelle prime serie, è giustificato, perché anche esse dimostrano di essere buoni prodotti e ben recitati. Ma dopo qualche serie il clima cambia, il tono di serietà che caratterizzavano le prime serie scompare, aumenta il lato comico, e l’originalità comincia a scomparire, dal momento che non sanno più a che santo votarsi per mantenere credibilità. E allora cominciano le morti di personaggi importanti, i divorzi di matrimoni che avevano fatto la storia di quelle fiction, separazioni, tradimenti, gente incinta... Insomma la gente continua a seguire la serie più perché ormai si è affezionata ai personaggi e alle vicende, piuttosto che per la qualità e per l’originalità. Pensateci bene! Non è davvero così?
Occorre quindi correre ai ripari alla svelta, perché è in ammissibile che in America ci sia un’enorme varietà di generi, mentre in Italia esiste soltanto il family, il crime e la sit-com.
Per tentare di risolvere il problema bisogna concedere più fiducia agli sceneggiatori prima che si stanchino di essere troppo italiani, perché va bene avere spirito patriottico, ma così c’è veramente il rischio di rimanere troppo indietro e che il pubblico decida abbandonare le serie italiane perché, in fondo, sentirsi americani nel contesto televisivo è sicuramente un grande complimento!