sabato 10 luglio 2010

Caro Maestro... di vita

A ci piace perché parla con il cuore, b ci piace perché e' buono come il pane, C ci piace perché sogna e fa sognare, d ci piace perché e' più, più che speciale!... Vi ricorda qualcosa questo motivetto? Magari vi rimanda alla vostra infanzia tra merendine e tabelline? Si, perché come avrete capito stiamo parlando di Caro Maestro, serie italiana evento degli anni 90. Grandi e piccini erano incollati ai teleschermi per seguire le avventure dei piccoli della scuola elementare di Forte dei Marmi. Protagonista della serie e' Marco Columbro, che interpreta i panni del maestro Stefano Giusti, tornato ad insegnare dopo l'esperienza poco appagante da conducente d'autobus. La destinazione, per uno strano scherzo del destino, e' proprio a Forte dei Marmi, città di gioventù di Stefano e dove ha lasciato la zia, interpretata da Sandra Mondaini, e l'amore adolescenziale Elisa, interpretata da Elena Sofia Ricci. Elisa nel frattempo si e' sposata, ha avuto una figlia, di nome Giulia e divorziata. Non si può dire che le cose non siano cambiate da come le aveva lasciate Stefano, tuttavia, messo al corrente del divorzio di Elisa, cercherà di riconquistare il primo amore della sua vita. Il personaggio di Stefano però non incarna soltanto il tipico maestro che vuole insegnare quattro concetti agli alunni, ma e' una sorta di padre per loro ed entra nelle loro vite, preoccupandosi anche dei loro problemi, perché come sostiene lui studiare e imparare di certo non fa male, ma prima di tutto occorre imparare ad amare. Significativo e' anche il rapporto con Paolino, che provocherà la gelosia del padre e metterà in crisi il modo di insegnare di Stefano, ma che alla fine porterà il maestro ad assumere addirittura il ruolo di dottor Stranamore, facendo accoppiare il padre con una maestra della scuola. La cosa più bella di questa serie era senza dubbio il clima che si respirava nel vederla, leggera, simpatica e frizzante ma nello stesso tempo educativa. Caro maestro instaurava con lo spettatore un rapporto quasi familiare, che poche serie ormai riescono a trasmetterti. Siparietti simpatici erano i tentativi di Stefano di far smettere il pacioccone Simone di ingozzarsi, oppure i dialoghi con l'angelo custode Celestino, o gli approcci respinti inizialmente da Elisa, diffidente con gli uomini dopo il matrimonio fallito, i primi baci, i bimbi che cominciano a chiedersi cosa sia l’amore. L'ingenuità, la genuinità dei bambini facevano da specchio al personaggio di Stefano, che essenzialmente era come loro, un eterno bambino, un po’ Peter Pan grande che non aveva paura di sembrare ridicolo con il costume verde e un po’ Don Chisciotte che continuava a lottare contro i mulini a vento per conquistare in fondo ciò che aveva sempre desiderato. La seconda ed ultima serie si concluse con il momento più difficile per Stefano, ovvero prima dell'esame che significava dover dire addio a quel gruppo di bimbi. In un commuovente discorso con l'ormai moglie Elisa in riva al mare, Stefano si sente un po' come una chioccia che deve ormai lasciare andare i suoi piccoli, motivando che spera di avergli insegnato a non avere paura di tutti gli esami della vita e che ha cercato di essere per loro un amico più che un maestro, anche se un maestro per loro sicuramente lo e' stato, un maestro... di vita.

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